martedì 27 maggio 2008

SMURFIT SISA



Mi si chiede di Smurfit.
Dico la mia.
Sottolineo il "dico la mia" perchè non sono un analista finanziario ma - come li definisce giustamente il Sole 24 Ore (articolo su Mifid forse sul numero di sabato) -uno dei tanti soggetti "disparati" che dice la sua su un blog.
Da fiero disparato che sono ho dato un'occhiata ai conti del primo trimestre di Smurfit dai quali si evince un aumento del fatturato del 5,40% dovuto ad un aumento del listino e non ad un aumento delle quantità vendute di cartoncini, imballi & c.
Praticamente costante l'incidenza delle materie prime sul venduto: l'effetto combinato di aumento del listino e contenimento costo materie prime ha portato come risultato un aumento della marginalità: il MOL del periodo si attesta a 5,99 mln con un ritorno sulle vendite del 9,52% (nrl marzo 2007 5,50 mln pari al 9,31% delle vendite).
Ammortamenti e gestione finanziaria netta costanti portano ad un utile pre imposte del periodo di 3,93 mln in progresso dell' 11% rispetto ai 3,54 ln del marzo 2007.
Un tax rate più leggero - pari al 44% - per effetto del cuneo fiscale porta come risultato del periodo un utile di 2,16 mln in progresso del 37% rispetto ai 1,58 mln del marzo 2007.
Attese per fine anno
Per ora mi dicono che la marginalità potrebbe aumentare rispetto a quanto visto nel primo trimestre per effetto dell'aumento dei listini (e se i costi di struttura dovessero mantenere lo stesso sviluppo dell'anno precedente).
Ho qualche dubbio sulla redditività finale: l'anno passato Smurfit ha chiuso con un utile di 10,32 mln beneficiando di un Tax rate molto basso pari al 8,38%: rimanendo cauti e prevedendo la stessa tassazione del primo trimestre 2008 pari al 44% la redditività finale potrebbe risultare inferiore pur in presenza di un aumento dei volumi e dei margini..fino al penultimo scalino del conto economico...poi c'è la voce imposte che potrebbe rompere le uova nel paniere; vedremo cosa succederà.
Interessante dare un'occhiata all'azionariato: sul mercato è disponibile solo l' 1,66% delle azioni totali.
Leggendo la trimestrale la società dichiara che nel trimestre sono stati scambiati solo circa 74mila pezzi per un controvalore di circa 140mila euro: insomma ad entrarci si rischia di rimanerci incastrati.
Come legittimamente mi è stato detto un eventuale delisting, alle attuali quotazioni, costerebbe solo circa 2,20 mln: non mi sembra tanto visto gli impegni che comporta stare in un mercato azionario, visto il flottante vedrei più logico tirarsi fuori dal mercato.
DCF: i corsi mi sembrano allineati alla sua capacita di produrre cassa.
Multipli: idem come sopra; a valore di libro - BVPS - per fine esercizio, con utile a nuovo e pay out al 6% , potrebbe essere pari a 2,30 euro.

venerdì 23 maggio 2008

Alitalia - patrimonio ponte

Mi desta stupore la scelta del Governo di convertire temporaneamente il prestito di 300 mln, concesso ad Alitalia, in patrimonio.
Con questa trovata “esotica” si scongiura il problema di una (ennesima) ricapitalizzazione resa necessaria dalle perdite accumulate, si scongiura il diniego alla certificazione del bilancio da parte di Deloitte, si scongiura in parte una precaria struttura finanziaria.
In questa genialata si intravede un poco di Legge Marzano che consentiva la trasformazione di debiti in capitale ed un poco di aumento di capitale riservato.
Volendo essere stronzetto potrei dire che mi ricorda anche dei falsi in bilancio con debiti passati per voci patrimoniali o con contropartite nell’attivo.
Queste operazioni, tranne l’ultima da stronzetto, concedono ai conferenti delle quote.
Nell’operazione prestito ponte no in quanto esso è convertito in patrimonio.
Il conferente e concendente del prestito è un solo soggetto: lo Stato, cioè tutti noi.
E tutti noi, vogliosi come non mai, abbiamo contribuito a ridare linfa vitale ad Alitalia pur non ricevendo niente in cambio: il prestito è capitalizzato e quindi non si restituisce.
Così è detto, così è deciso: unilateralmente.
Almeno ci dessero la qualifica di azionista “ponte”!
Siamo in crisi ma 300 mln per Alitalia non mancano, troppo importante avere una compagnia di bandiera (negli USA non hanno questi problemi e se vanno male le fanno fallire) ormai sempre più simile ad un leviatano tenuto in vita a dispetto di ogni logica economica e di mercato.
Un mercato in cui Alitalia è sempre più un’entità (chiamarla società intesa secondo il dettato del codice civile mi sembra una bestemmia) che non ne rispetta, come tutte le altre società, le regole di sopravvivenza, ma fa un gioco sporco.
Se vai male le strade non sono tante: o cerchi di recuperare con fatturato e redditività, o i soci mettono mano al portafoglio in attesa di tempi migliori, o fallisci ed in questo caso sparisci
Per Alitalia queste regole non valgono: è come se esistesse un mercato “ombra” con le sue regole fatte ad arte per celare gravi stati di crisi mantenendo in vita apparente uno zombie economico.
Alitalia sta diventando di giorno in giorno un catalogo di nefandezze inenarrabili: sindacati e politici convinti ed ottusi che parlano di non svendere usando a sproposito la parola “valore”, pretendenti seri presi a calci nei denti, pretendenti temerari (la cordata Baldassarre) sull’orlo del baratro, amministratori strapagati per dire che è meglio non volare sennò si perde (forse bisognava avvertirli che stavano amministrando una compagnia aerea), 135 piloti per 5 aerei cargo, e via dicendo.
Nonostante queste mie critiche c’è da dire che in questa manovra del patrimonio ponte ci intravedo qualcosa di innvativo e rivoluzionario per il futuro delle aziende in crisi.
Ci vedo anche un’opportunità per le banche.
Ma sai che bello se sei in crisi e per sistemarti i ratio chiedi un prestito e te lo porti a patrimonio?
Finalmente vedremo estinto l’annoso problema del debt/equity: basta società indebitate.
Finanziamenti per patrimoni ponte!
Le banche per tanta grazia si faranno pagare un corrispettivo tipo canone di locazione patrimonio o qualcosa del genere.
Poi se la società dovesse tornare in utile (come covenant deve essere portato a nuovo) stornerà il patrimonio ponte e lo riporterà tra i debiti finanziari ed inizia a rimborsare capitale e pagare interessi.
Quasi quasi anticipo i tempi e quando mi si chiederà un bilancio finanziariamente bruttino da presentare in banca per il solito fido glielo sistemo in “stile Alitalia”: debiti a patrimonio! Semplice!
Se poi mi dovessero beccare potrò sempre dire che ho seguito l’esempio pioneristico del Governo Italiano.
Mi fermo qui con le fantasie ma vedendo certe cose mi sento autorizzato a deragliare con certi ragionamenti.
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martedì 20 maggio 2008

BUZZI UNICEM


Ricavi in aumento – del 8,50 % da 696,34 mln a 755,28 mln - grazie al buon andamento delle vendite in europa centrale Ed orientale al contrario dei mercati USA (rallentamento domanda residenziale) e del mercato italiano (rallentamento del ciclo economico).
Considerando lo stesso perimetro di consolidamento la crescita sarebbe stata del 7%.
Il MOL del periodo si attesta a 158,67 mln in progresso del 21,40% rispetto ai 130,68 mln: incidono proventi non ricorrenti per circa 7 mln pertanto la crescita al netto di questi ultimi sarebbe stata del 16%.
Costante l'incidenza del costo delle materie sul fatturato rispetto a marzo 2007.
Costanti anche gli ammortamenti del periodo pari a 49 mln ed EBIT a 109,35 mln in progresso del 34% (ben più dei ricavi) con una marginalità sui ricavi (compresi gli altri ricavi) del 14% in aumento rispetto al 11,54% di marzo 2007.
Utile finale del periodo a 73,41 mln in progresso del 46% nonostante una gestione finanziaria leggermente più "pesante" ma compensata da un tax rate del periodo più favorevole (28% contro il 31% di marzo 2007).
Nonostante questi buoni numeri che potrebbero far pensare ad un progresso della redditività e marginalità per l'intero 2008 rispetto al 2007 la società preferisce rimanere cauta dichiarando per l'esercizio in corso risultati in linea con il 2007.
Come fa notare in questo studio Morgan Stanley non è la prima volta che Buzzi si mostra cauta
nelle previsioni economiche e reddituali: nel 2007 a fronte di buoni risultati del primo trimestre la storia fu la stessa di oggi con lo stesso prudente atteggiamento: poi i risultati finali furono migliori dell'esercizio precedente.
Anche quest'anno sarà così?
Il primo trimestre è poco indicativo inoltre il settore è anche influenzato da fattori climatici che da qui a fine anno non sono prevedibili.
I calcoli li vedete nella colonna a destra: adesso l'utile attesso “mi dice” 557 mln che al netto
Della quota dei terzi stimata in 80 mln verrebbe un dato di 477 mln: in progresso del 4%.
PE atteso a circa 8 X (considerando la capitalizzazione complessiva delle ordinarie e risparmio)
Ev/ebitda a 4X.
Secondo Morgan Stanley a sconto del 40% sull'Ev/ebitda e del 23% sul PE rispetto alla media di
Altre sette società cementifere che attualmente sono sotto copertura da parte della stessa
Morgan.
Così dicono.

mercoledì 14 maggio 2008

marazzi delisting, Sadi, Marcolin

Marazzi si toglie dalla borsa.
Lo fa al prezzo di circa 7,00 euro: poco più di due anni fa si era quotata a 10,25 euro.
Alla faccia di chi crede nel medio periodo.
Sadi ha presentato la trimestrale ed ha dichiarato gli obiettivi per il 2008: ricavi a 133,10 mln, Ebitda a 27,60 mln ed Ebit a 23,00.
Sotto osservazione ed in seguito due conti per vedere cosa vogliono dire questi numeri.
Marcolin idem come sopra: bella la trimestrale; i numeri li svilupperei per un confronto con Safilo.
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martedì 13 maggio 2008

SAFILO




Mi si chiede di Safilo.
Qui la trimestrale: bruttina, in questi primi tre mesi lì alla Safilo si è ammosciato tutto quanto.
Ricavi a 326 mln in flessione del 4,7% rispetto ai 341,40 mln: la “colpa” è attribuibile a varie ragioni quali il dollaro debole (a parita di cambi la flessione sarebbe stata solo dello 0,90%) ed un calo del wholesail rispetto ad un eccellente primo trimestre 2007; le vendite retail sono aumentate ma solo grazie all’apertura (11 negozi negli USA) ed acquisizione (77 negozi in Australia e Messico) di nuovi punti vendita.
I Margini sono calati.
IL MOL (per ricavarlo bisogna procedere allo scorporo degli ammortamenti dalle varie voci del conto conto, cioè costo venduto, spese marketing e spese generali) si attesta a 46,70 mln in calo del 20% (ben più del calo dei ricavi!) rispetto ai 58,54 mln del marzo 2007; in calo la marginalità sui ricavi che passa dal 17,13% di marzo 2007 al 14,31% di marzo 2008; nel 2007 la marginalità a livello di MOL si era attestata al 14,68%. Il calo è dovuto ad una maggiore incidenza delle spese di marketing e gestione riferita sopratutto alla gestione retail : i nuovi negozi , in fase di start up, per ora non generano sufficienti risorse per coprire le spese di gestione.
Ammortamenti costanti (9,81 mln rispetto ai 9,63 mln di marzo 2007) portano ad un EBIT di 36,88 mln che risente delle dinamiche sopra accennate.
La gestione finanziaria netta risulta più pesante per le dinamiche derivanti dal cambio (differenza netta dei cambi è negativa per circa 1,80 mln contro una differenza netta positiva di 0,20 mln di marzo 2007 - vedi pag. 49 trimestrale); il tax rate in calo di un punto percentuale (al 37,52% rispetto al l 38,58%) comporta un utile netto del periodo di 14,52 mln in calo del 35% rispetto ai 22,50 mln di marzo 2007; pessimo dato in quanto il calo di marginalità è superiore al calo dei ricavi: calano i ricavi ed aumentano le spese.
Attese per il 2008
Considerando una evoluzione dell’andamento economico simile al periodo marzo 2007 - dicembre 2007 porterebbe a ricavi per 1.139 mln, MOL a 146 mln (marginalità del 12,80% - in calo rispetto al 2007 del 16,70% ), EBIT a 107 mln (marginalità del 9,40% - rispetto al 2007 in calo del 21,90%) utile finale a 48 mln (marginalità a 4,23% - in calo del 11,60%).
Guardando ai multipli - alle attuali quotazioni di 1,77 euro - avremmo un PE 2008 di 11X: basso ed a prima vista appetibile ma non supportato da tassi di crescita superiori (vedi elaborazione Dcf), anzi qui c’è un regresso in tutti i sensi; EV/Ebitda pari a 7X (il dato non mi sembra a sconto) .
Guardando gli indicatori di redditività il ROE risulterebbe tendenziale al 5,50 -6%: basso e comunque non sufficiente a coprire il rischio di impresa; Il ROI risulterebbe tendenziale all’8% inferiore al Wacc pari al 9% se si vuole assumere il dato figlio della mia valutazione Dcf (sempre troppo soggetta a pareri personali): a livello operativo non c’è sufficiente (sovra) reddito per ripagare il costo dei capitali impiegati (il patrimonio ed i mezzi di terzi).
Valutando l’azienda Safilo in base alla sua capacità di generare cassa - Dcf Model - tengo a precisare che gli assumptions adottati per Safilo non sono stati cattivi, sono anzi generosi, basta vedere il tasso di crescita perpetua al 1,50% senza nessuna giustificazione, vedi tassi di crescita fatturato del 10% dal 2010 fino al 2017 e vedi recupero marginalità sempre dal 2010 e fino al 2017….considerando quanto assunto - in base ad una valutazione per me generosa - per ora è in linea con le sue quotazioni.
Decisamente rimandata a trimestrali più decenti con recupero di marginalità e crescita di ricavi; il momento per il settore non sembra dei più favorevoli (vedi i tonfi di Geox, Tod’s, Bulgari, Luxottica).

martedì 6 maggio 2008

varie ed eventuali

Mi si chiede di
- CSP: mi piace , i dati sfornati sono eccellenti rispetto al passato; a breve la trimestrale, poi mi si informa che c'è l'affare "Liberty" che riguarda l'acqusizione di un'azienda (non ricordo se da un fallimento o meno) che potrebbe portare ricavi e (si spera) marginalità.
- Aicon: un'occhiata molto veloce alla semestrale di fine febbraio della società che produce yacht( l'esercizio si chiude a fine agosto) e si nota subito una contrazione delle vendite mentre la produzione di alcune barche non è supportata da ordini; la nuova linea di imbarcazioni "Opel" sembra aver presentato minori standar di qualità...qualche cliente se n'è accorto ed il passaparola tra ricconi ha fatto il resto. La contrazione della domanda, dollaro debole e la crisi di qualche dealer completano gli ingredienti dei pessimi risultati conseguiti dalla società.
- I Grandi Viaggi: è disponibile la prima trimestrale al 31 gennaio (qui si chiude al 31 ottobre)che presenta ricavi e margini in leggera flessione; c'è da dire che è poco indicativa vista la bassa stagionalità del trimestre a cui si riferisce (novembre - dicembre - gennaio); come altre società del settore turistico si potrà vedere qualcosa di più indicativo con la terza trimestrale.
Sull'allegato del Sole di sabato 3 maggio c'era un interessante articolo sulla società: in breve appartiene a quella pletora di small cap e mini cap che si limitano ad un'informativa essenziale non favorendo un interesse diffuso verso investitori istituzionali; la cosa sembra faccia arrabbiare, e non poco, gli azionisti di minoranza che vedono la "loro" società capitalizzare circa 58 mln contro gli 80 mln del patrimonio e con multipli a prima vista interessanti...certo che se non se la fila nessuno e la società non si sforza in questo senso non si capisce il senso di stare sul mercato.
Safilo: escono i dati del primo trimestre...l'anno passato da 4,00 euro se n'è andata dritta dritta a 2,00 nel giro di poco a seguito della "marginalità" perduta a livello di MOL: si attendeva un MOL di 190 mln per poi accorgersi che grazie ad oneri non ricorrenti e per le dinamiche sfavorevoli col cambio dollaro si sarebbe arrivati a 180 mln...10 mln in meno e circa 1 punto percentuale in meno di marginalità a livello di MOL hanno portato le quotazioni intorno a 1,90 euro pari ad un capitalizzazione di 542 mln a netto sconto rispetto agli 850 mln del patrimonio: il BVPS segna un valore per azione di circa 3,00 euro proprio come il target price indicato nei giorni passati da Santader.
Magari qualche conteggio lo faccio anche.

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venerdì 2 maggio 2008

BASICNET




Basicnet
Non male questi dati.
Basicnet mi ha già fatto ricredere in passato e questa volta mi sorprende.
Io mi sono divertito con due calcoli per le attese di fine 2008.
Sarò breve.
Multipli: se lo sviluppo delle componenti fosse simile a quello del periodo marzo – dicembre 2007 si potrebbe chiudere il 2008 con un utile tendenziale sui 17 mln.
A 1,89 euro significa un
PE 2008 di 7X,
Ev/ebitda di 5,56X (PFN negativa di 63 mln),
ROE al 22-23%,
ROI al 18-19% : quest'ultimo dato decisamente sufficiente essendo superiore al Wacc (vedi DCF) pari a circa al 9,80%.
Questo quanto mi viene di dire coi dati dei primi tre mesi.
Conferme o rettifiche (casomai potrò scrivere) le farò con le successive trimestrali.
DCF: assumptions (tassi vari) poco generosi; dalla elaborazione esce una valutazione di 2,26 euro.
A tale livello corrisponderebbe un PE 2008 (utile atteso di 17 mln) di 8,15X ed Ev/ebitda di 6,30X: non male se questi multipli li avessimo visti 6 mesi fa: adesso il listino è pieno di di presunte buone occasioni a meno di 10X gli utili.
Se un dubbio le devo esplicare riguarda il tax rate dal 2009: manterrà gli stessi bassi livelli del 21% fotografati fino a marzo 2008?
Scusate la brevità: ma per motivi di tempo mi è difficile scrivere come prima e quindi vado al sodo.
Per ora questa sarà la linea: i calcoli saranno sempre comunque in bella evidenza.
Che piacere comunque poterle scrivere due righe.