giovedì 3 luglio 2008

BREMBO




Mi si chiede di Brembo.
Vedendo certi idioti nella famosa e divertente Serravalle guidare fantastiche Porsche pestando sempre i freni senza usare un minimo di freno motore vien da pensare che la crisi economica in corso non vada a toccare società come Brembo.
Parlando dei corsi azionari dell’ultimo anno, da 11,60 euro di novembre 2007 si è agli attuali 6,65 euro con una perdita di capitalizzazione del 43% (stessa sorte è toccata a Sogefi) secondo me non sono stati punitivi per quanto offerto dall’ultima trimestrale, ma per il quadro di riferimento che risente a cascata della crisi del settore auto, settore in stretto collegamento con i componenti prodotti da Brembo, il petrolio alto e di conseguenza congiuntura economica fanno il resto in ottica di attese dei risultati futuri: gli utili cresceranno o diminuiranno?
In questa ultima trimestrale i dati fotografano una crescita dei ricavi , + 19% a 275,54 mln, con marginalità costante – il 14,50% - fino al MOL – + 19% a 39,70 mln ; maggiori ammortamenti, 14,00 mln rispetto ai 10,75 mln dell’anno precedente, comportano una minore marginalità a livello del reddito operativo (o EBIT) pari al 9,40% in calo rispetto al 9,80% di marzo 2007: il dato, pur in calo come marginalità sui ricavi, si attesta a 25,90 mln, in progresso in termini assoluti, rispetto ai 22,66 mln del marzo 2007.
Nonostante maggiori oneri finanziari, una minore imposizione fiscale del 30% - 35% a marzo 2007 - probabilmente dovuta anche agli effetti del cuneo fiscale – “salva” la marginalità finale del periodo – utile del periodo a 15,43 mln + 20% - che marginalmente si attesta al 5,60% sostanzialmente come a marzo 2007.
Le (mie) attese per fine anno, sulla base di questi primi tre mesi, sono per ricavi a circa 1.110 mln, in progresso del 19% rispetto al 2007; in termini assoluti potrebbero esserci dati in crescita ma la marginalità sui ricavi la vedo in calo: un MOL intorno ai 159 mln (137 mln nel 2007) – con marginalità al 14,40% (14,80% nel 2007); EBIT intorno ai 100 mln (89mln nel 2007) – con marginalità sui ricavi, detta anche ROS, del 9% (9,53% nel 2007); oneri finanziari piu’ pesanti – 13 mln contro i 9,9 mln del 2007, ed una tassazione pari a quella del primo trimestre (non è detto si replichi lo stesso dato a fine anno) potrebbero portare in dote un utile sostanzialmente simile al 2007 di circa 60mln…il tax rate potrebbe essere l’ago della bilancia del bilancio 2008 di Brembo.
Vorrebbe dire crescita zero.
Con le successive trimestrali pronto ad aggiornare il mio punto di vista.
Alle attuali quotazioni significa un PE atteso di 7,40X ed un Ev/ebitda (indebitamento a 250mln) di 5,53X: il settore “auto parts”, negli USA, conta molte società; spiccano, MAGNA (MGA), WONDER (WATG) e AUTOLIV (ALV), CYCLE COUNTRY (ATC) che quotano circa 10-11 volte gli utili del 2007 (se mai dovessero replicarlo potrebbe anche andare bene come riferimento attendibile); le altre società presentano multipli decisamente piu’ elevati.
Tornando a Brembo: ROE al 17% misura decisamente sufficiente a remunerare oltre un investimento a rischio zero (free risk) gli azionisti
ROI al 17%: confrontato con un Wacc dell’8% va piu’ che bene (vedi DCF).
Passando dal campo delle previsioni reddituali a quello dei flussi di cassa per Brembo ho tirato giu’ degli assumptions suggeriti dal luminare Damodoran: il beta unlevered (depurato della componente finanziaria) non mi sembra dei piu’ generosi e viene assunto al 1,17.
Il Free risk al 4,50% : pari ad un BTP a scadenza residua decennale;
Il risk market viene assunto al 5,67 (fonte Damodoran);
Composizione fonti del capitale investito: 58% mezzi propri e 42% mezzi di terzi con costo del 5,50% che al netto dell’imposizione fiscale del 38% diventa del 3,85%.
Assunti questi dati il Wacc è pari al 8%.
Il tasso di crescita perpetua l’ho assunto al 1%: dire di piu’ (sarebbe favorevole ai fini della valutazione) non saprei come giustificarlo.
Per chi volesse notarlo i tassi di crescita del fatturato sono ridotti a meno della metà di quanto fotografato negli ultimi due anni: l’8% fino al 2011 e poi in calo fino al 2017.
Ho considerato una marginalità dell’EBIT costante e al 2011 in crescita di solo il 5% (meno dei ricavi).
Poi ho “concesso” che la società avesse investimenti pari agli ammortamenti (come nella maggior parte delle elaborazioni dcf); le variazioni del capitale circolante le ho assunte sempre negative per 35 mln.
Insomma non so se sono stato “bravo”, dovrei vedere altri studi ed i loro assumptions, ma ci scommetto l’anima che saranno piu’ benevoli dei miei.
Il “mio” DCF dice 9,40 euro cioè un PE di circa 10,40X ed un Ev/ebitda di 5,50X simile ai multipli attuali delle società USA piu’ a sconto.
Di certo il periodo non è propizio per investimenti in azioni: qualcuno, non mi ricordo dove, ha definito l’attuale situazione – petrolio alto, dollaro debole, congiuntura economica, maggior costo del denaro – come la tempesta perfetta.
Le nubi non sembrano passate ed anzi qualcuno parla di petrolio a 170 $ con la BCE che vorrebbe alzare i tassi nel corrente mese di luglio: non il meglio.
Chi si attende utili migliori deve fare i conti con tutto ciò mentre chi volesse investire dovrà mettere in conto qualche scossone.
Io non saprei dire nel caso di Brembo se le quotazioni sono al minimo, in un mercato come questo che sembra non conoscere il fondo, la mia impressione, non avendo certezze, è che il rischio ad entrare adesso è alto, forse anche più del rendimento in ottica dividendo (che per Brembo adesso è del 4,20%); il medio lungo periodo potrebbe remunerare, ed è forse in quest’ottica che adesso bisogna ragionare in via generale, senza vedere le quotazioni di giorno in giorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie